(Leonardo da Vinci, San Giovanni Battista, Museo del Louvre, Parigi, 1508)
Domenica 7 dicembre 2025
II DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A
Commento al Vangelo della domenica
Mt 3,1-12
Prosegue il Cammino Laudato Si’ che accompagna le domeniche dell’anno liturgico. Questa domenica il vangelo ci presenta la figura di Giovanni Battista, icona della persona che si accosta a Dio che nasce. E’ interessante vedere come si tratti dell’ultimo profeta, è una cerniera tra l’Antico e il Nuovo Testamento.
Quanto abbiamo bisogno di persone e gesti profetici! Tutta la cultura ebraica è impregnata della promessa di Dio, la terra e la discendenza, fin dai tempi di Abramo. Non c’è legge senza i profeti. Profeta non è chi predice il futuro, quelli sono cartomanti o farabutti. Piuttosto il profeta, anche oggi, ci aiuta a leggere il presente, a comprendere alla luce della parola di Dio la vita che ci circonda.
Il vangelo di questa domenica ci accompagna per mano alla scoperta di questo Dio che, incarnandosi, sceglie la via della spogliazione. Una via di kenosis, per via di levare come fanno i bravi scultori, che creano con gesti di sottrazione, di umiltà.
“In quei giorni, venne Giovanni il Battista”. Il brano di oggi inizia con questa espressione temporale, tra l’altro usata ogni domenica per aprire i brani del vangelo. Nel testo di Matteo questa espressione, che è presente, indica un fatto accaduto che si può rivivere nella misura in cui lo desideriamo. Quei giorni possono essere anche i nostri giorni, se lo vogliamo. Il Battista, colui “che battezza”, che immerge a fondo, che aiuta a conoscere fino in fondo, predicava. O meglio, proclamava, urlava a tutti un annuncio importante: il Regno di Dio è qui!
Nulla da predicare o da spiegare, ma un annuncio breve e urlato. Un annuncio che avviene in un luogo particolare, nel deserto. Ecco che il creato ci parla, attraverso luoghi che esprimono la nostra storia: il deserto è il luogo della fuga del popolo ebraico dalla schiavitù, ma è anche un non-luogo perché non è la meta del cammino, e perché non è un luogo sicuro e desiderato. E’ un invito al dinamismo, a camminare, perché se non si cammina, nel deserto si muore. I deserti, interiori ed esteriori, sono i luoghi delle nostre giornate, i luoghi delle nostre paure, delle nostre tentazioni, dei nostri idoli e dei nostri vitelli dorati. Sono i luoghi in cui sperimentiamo la provvidenza di Dio, dove troviamo manna e quaglie, dove riconosciamo le nostre fragilità e la fiducia nel creatore.
“Convertitevi!” ecco l’annuncio urgente del Battista. Cambiate strada, state sbagliando tutto, sembra che ci stia dicendo. Non è un annuncio piacevole, quando qualcuno ci ricorda che stiamo sbagliando tutto! Pensiamo a Papa Francesco, al suo annuncio di conversione all’ecologia integrale, quanto bisogno c’è di conversione! E che fatica farsi comprendere, ricevere ascolto. Convertiamoci oggi, come già si diceva domenica scorsa, è oggi il kairos, il momento opportuno. Non bisogna aspettare tempi futuri, basta girare lo sguardo, convertirsi, e il regno di Dio è qui.
Il Battista è icona del profeta. E’ anzitutto “voce”, elemento che lo distingue è il suo grido nel deserto, citando un altro profeta, Isaia. Veste di “peli di cammello e una cintura di pelle” come Elia, mangia “cavallette e miele selvatico” come un eremita. Il cammello è l’animale che vive nel deserto, e che consente di attraversarlo, il Battista è vestito della parola di Dio che disseta nel deserto. Le cavallette nel deserto uccidevano il serpente, la parola che uccide la menzogna. In lui si vive, in maniera integrale dalla voce, al vestito, al cibo, la forza della parola di Dio che nutre e dona vita.
La gente va via “da Gerusalemme” per accorrere a lui, farsi battezzare e confessare i peccati. Un esodo al contrario, la terra promessa non è più Gerusalemme, ma tutti sentono il desiderio di uscire dalla città. Quante volte nella vita rincorriamo tante “Gerusalemme”, per poi scoprire che l’incontro con Dio, nel profondo dell’acqua e del perdono, si trova altrove, nel creato e nella relazione con i fratelli e le sorelle! Anche se andiamo incontro a un annuncio duro, che ci parla di una scure pronta sulla radice degli alberi, e di un fuoco che purifica dal male e che giudica.
Preghiamo il Signore affinché in questa domenica ci aiuti a vivere con coraggio profetico, con le parole di Santa Chiara di Assisi, che diceva: “Sì, perché è ormai chiaro che l’anima dell’uomo fedele, che è la più degna tra tutte le creature, è resa dalla grazia di Dio più grande del cielo. Mentre, infatti, i cieli con tutte le altre cose create non possono contenere il Creatore, l’anima fedele invece, ed essa sola, è sua dimora e soggiorno, e ciò soltanto a motivo della carità, di cui gli empi sono privi. E’ la stessa Verità che lo afferma: “Colui che mi ama, sarà amato dal Padre mio, e io pure l’amerò; noi verremo a lui e porremo in lui la nostra dimora”.” (FF 2892).
Vi auguriamo di cuore una buona domenica di Avvento!
Laudato si’!
Grazie Antonio per questa condivisione. È veramente bello e gioioso ricevere questo annuncio di conversione in questo tempo dell’attesa della venuta del Signore: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Grazie Signore ti vogliamo accogliere nella nostra povertà, perché ti sei fatto povero per arricchirci. Vieni Signore non tardare.
Il profeta annuncia la Parola di Dio e ci inviata alla conversione
…la nostra anima dimora del Creatore
…ma come è ingombra di tante fragilità e paure…di egoismi e di fretta…
sì l’Avvento è spogliazione…in cammino seguiamo i Profeti
Grazie Antonio
Grazie suor Gaudence, veramente bello e gioioso in questo tempo di attesa. Buon cammino!
Il Battista ci suggerisce un modo sobrio per vivere, e per preparare il cuore alla venuta di Dio, che sceglie la via della povertà. Buon cammino a tutti!
Grazie Valeria, siamo proprio chiamati alla sobrietà. Buon Tempo di Avvento
Il deserto è il non-luogo da attraversare, ma anche quello spazio in cui possiamo ascoltare, nel silenzio, la voce di Dio. Che bello che, in questo silenzio, l’ultimo profeta scelga di urlare. Quanto ha bisogno il mondo, oggi, di gente che urli…
Grazie Antonio per queste profonde riflessioni,balsamo per i nostri cuori.Quanto è cara questa voce nel deserto che ci invita al dinamismo tra i deserti interiori ed esteriori,non-luogo dove sperimentiamo la provvidenza di Dio che ci chiede d’incontrarlo nel creato e nei fratelli in particolare tra i più fragili.Nell’attesa lasciamoci convertire.
Grazie Sara, preghiamo affinché il Signore susciti sempre “urlatori nel deserto”
Giovanni Battista viene considerato l’ultimo dei profeti dell’antico testamento e il precursore di nostro Signore, colui che gli preparò la via, prima annunciandolo e poi battezzandolo.
Il Suo messaggio – nel Vangelo della II^ settimana d’Avvento si riassume in un preciso imperativo; “convertitevi” e il perché in un motivo altrettanto chiaro: “perché il regno dei cieli è vicino”.
Mettere in atto quanto indicato nel Vangelo significa aprire le porte della propria vita a Cristo, del quale Giovanni il Battista disse: “verrà colui che è più forte di me a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali..”.
Tale espressione è stata ripresa da San Giovanni Paolo II che durante la Messa del Suo insediamento sul trono di Pietro disse: «Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo…».
Aprire le porte a Cristo significa accogliere Gesù nella nostra anime e nel nostro cuore, non solo a parole ma con un cambiamento profondo delle nostre abitudini quotidiane.
Dobbiamo cercare di preparare la via al Signore – come fece il Battista – e improntare le nostre azioni sugli insegnamenti che Gesù ci ha fornito, impegnandoci nell’amore e nel servizio al prossimo, come fece Lui che si definì la “Porta” della salvezza.
Grazie Alberto caro, spalanchiamo le porte della nostra grotta per accogliere Cristo che viene!
Giovanni Battista ci invita a “convertirci”; apriamo davvero il cuore al Signore che ci parla e ci guida. Nutriamoci della Parola di Dio, fidiamoci del Signore, senza metterci comodi, o come direbbe Don Oreste Benzi, “non metterci le pantofole”, ma camminiamo, restiamo in cammino, seguendo il Signore, lasciandoci illuminare da Lui; accogliamo con il cuore il Signore che viene e che passa nella nostra vita, nella nostra quotidianità, abbandonandoci con fiducia nelle sue mani; lasciamo al centro della nostra vita e del nostro cuore il Signore che viene…
Grazie Francesco Paolo, bello l’invito a “non restare in pantofole”, ma metterci in cammino nei deserti della vita
questa domenica ci chiama a non restare spettatori. Il Messia che viene non è un evento lontano: è presente nella nostra vita, nella nostra storia. E “preparare la via del Signore” significa trasformare la nostra vita — con gesti di giustizia, misericordia, speranza — perché quella promessa che Isaia presenta e Giovanni annuncia diventi carne nelle nostre scelte quotidiane
Grazie Luigi, preghiamo affinché ciascuno di noi non viva questo tempo di Avvento da spettatore, ma da parte attiva
In questo brano Giovanni Battista ci richiama all’essenziale: preparare il cuore all’incontro con il Signore. La sua voce nel deserto ci ricorda che la vera conversione non è paura, ma desiderio di autenticità. È lasciare ciò che appesantisce l’anima e aprirsi a una vita nuova. Il Messia viene con forza e tenerezza: ci purifica, ma soprattutto ci rialza. Accogliere la sua venuta significa permettere alla luce di Dio di entrare nelle nostre zone d’ombra e trasformarle in germogli di bene. Buon cammino di Avvento per arrivare con gioia ad un Natale buono.
Grazie Lina, quanto è vero! Solo il Signore riesce a avere equilibrio tra forza e tenerezza, ci purifica e ci rialza. Buon cammino di Avvento!
L’ uomo, deve uscire da sé stesso per scoprire e riscoprire
quello che è il desiderio di Dio, il suo disegno per ogni uomo.
Per me questo brano ci interroga, quasi disarma. Esiste una sola via, viverla è la nostra vocazione.
Grazie Antonio 🔥
Grazie Fernando, per conoscere il sogno che Dio ha per noi dobbiamo uscire da noi stessi. Buon cammino in uscita!
Thank you Antonio.
The wilderness is also a place of Silence, to empty ourselves and feel the little foetus Christ child conceiving in our hearts.
Grazie Ann, let us welcome this child in the silence of Creation. Have a good journey!
Signore aumenta la nostra fede, perché senza di Te nulla possiamo! Guidaci nella strada stretta e alla fine troviamo Te Unico Nostro Bene amen. Grazie Antonio per questo brano e riflessione. Sereno week end
Grazie Anna Rita, nulla possiamo senza di lui… Un abbraccio
Quando la sofferenza dell’altro e la sofferenza del CREATO non ci toccano piu’, vuol dire che non siamo piu’ umani, ne tantomeno CRISTIANI.
In questo momento tragico della storia umana dobbiamo tentare tutte le strade possibili per salvare l’ UMANITA’ , il CREATO e le nostre COSCIENZE occidentali
La CONVERSIONE urlata da GIOVANNI BATTISTA in questo momento attuale E’ DI UNA VERITA’ UNICA SCONCERTANTE : E’ VERO STIAMO SBAGLIANDO TUTTO ; BISOGNA CAMBIARE STRADA.
SIGNORE DIO NOSTRO DACCI UNA MANO .
Grazie Nicola, dice un poeta contemporaneo che “Quando perdere la fiducia nell’umanità è un attimo che perde la tua umanità stessa”. Il nostro appiglio di umanità è ascoltare la parola di Dio… Buon cammino